Ho appena terminato di leggere un'opera di una delle più formidabili penne inglesi di tutti i tempi: Virginia Woolf.
Il libro s'intitola 'A writer's diary', in italiano 'Diario di una scrittrice'.
IL LIBRO
"Mi chiedo: sarò mai capace di rileggerlo? Verrà mai il tempo in cui reggerò la lettura di un mio scritto stampato senza arrossire, senza rabbrividire, senza il bisogno di cercare riparo?"
Virginia Woolf cominciò a tenere un Diario nel 1915 e continuò a scriverlo fino al 1941, quattro giorni prima della sua morte quando lei, in un freddo mattino di Primavera scrisse la sua lettera d’addio a Leonard, suo marito, per poi velocemente giù verso il fiume Ouse, lasciando le sue carte in disordine, tutte le revisioni del suo ultimo saggio 'Mrs Tale' nel cestino e un immenso numero di fogli sparsi per la sua stanza.
Il diario originale, composto da fogli bianchi rilegati con carta colorata di Varese prima della sua pubblicazione, fu oggetto di un’attenta scrematura ad opera di Leonard, ma nonostante i tagli a cui fu sottoposto, esso offre una visione completa sia della donna che della scrittrice Woolf. Un'autrice
timorosa di non essere compresa e, per questa ragione, costantemente in cerca di approvazione; un consenso che lei ricercava nonostante il suo livello di consapevolezza di possedere delle doti straordinarie (di cui lei stessa era spaventata) fosse alto; una donna fragile, insicura, quanto nel contempo, determinata e acuta; una creatura di grande talento costantemente in bilico tra felicità e depressione, ma in possesso di uno strumento che ella sapeva gestire con logica non priva d’ardore: la sua scrittura.
Il Diario, quindi, ci offre un quadro psicologico e d’insieme della vita e dei pensieri di Virginia, delle sue idee, paure, frequentazioni, opinioni e ci catapulta nel mondo in cui lei stessa concepì e partorì i suoi capolavori dalla Signora Dalloway
La foto-invito nel gruppo 'Ladri di libri' Qualche tempo fa, nel mio gruppo di bibliofili abbiamo dedicato una lettura collettiva proprio a 'Mrs Dalloway' |
Tra un atto e l’altro, nei suoi saggi e recensioni, nelle sue lettere. L’autrice inglese ci prende per mano come solo lei sa fare e ci accompagna fino a quando il nostro voltapagina s’interrompe e ci lascia annichiliti, con la segreta speranza di poterla vedere riemergere dalle acque da cui si fece inghiottire per riprendere la conversazione con i suoi fogli e con noi.
La camera di Virginia alla Monk's House Visita la Monk's House |
"Questo insaziabile desiderio di scrivere qualcosa prima di morire, questo senso divorante della febbrile fugacità della vita, che mi fa avvinghiare, come un uomo a una roccia, alla mia sola ancora."
Virginia Woolf
Arrivati all'ultima pagina, restiamo in quella condizione di sospensione e con il desiderio di vederla di nuovo alzarsi dal letto e sedersi nella sua ‘loggia della scrittura’ con la tavola di legno poggiata sulle ginocchia, o seduta allo scrittoio vicino alla stufa ad olio, con la penna stretta tra le mani infreddolite ed intenta a scrivere le sue annotazioni, il suo sentire così pregno di lei e di noi che non ci stancheremo mai d'amarla.
Alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento