Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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lunedì 14 novembre 2016

COLONIA 'ETTORE MOTTA'




Una cartolina dell'epoca 
IERI
La colonia ‘Ettore Motta’  venne edificata tra il 1927 ed il 1937 a
Marina di Massa e fu intitolata al defunto figlio dell’imprenditore

Giacinto Motta, allora a capo del Gruppo Edison.
Questo bel complesso ricopriva una superficie di 35.000 mq (di cui 7.200 coperti) ed era dotato di una piscina, un refettorio, una sala medica ed una centrale termica. 
All’esterno, a lato monte, comprendeva una vasta pineta. Prima della costruzione della vicina Colonia Torino, la Ettore Motta costituiva il plesso che occupava l’area più estesa di tutta la riviera apuana.
La struttura principale, distribuita su tre piani, era caratterizzata da una facciata in stile Umbertino, ossia composta da mattoncini faccia a vista, mentre le finestre apparivano ampie ed elegantemente decorate.
Le altre costruzioni retrostanti erano invece improntate su uno stile essenziale e severo.
l'insieme di questi fabbricati si affacciava su un'avveniristica piscina di grandi dimensioni, nonché sulla vicina spiaggia.


OGGI


La colonia Ettore Motta funzionò fino agli anni ’60 poi venne abbandonata ed attualmente riversa in un totale stato di degrado conclamato dalle fatiscenti strutture.

L'immobile principale di questo plesso, ha inoltre subito un brutto incendio che ne ha irrimediabilmente compromesso la struttura dei solai.
Erbacce, rovi, ruggine, vetri rotti, graffiti e mura pericolanti, ecco cosa rimane di un gioiello architettonico che appariva ampio, funzionale e costruito con materiali di pregio. 
Ai giorni nostri, questo patrimonio immobiliare, lo vediamo consegnato  al più totale degrado ed in balia di ogni sorta di individui che vi trovano rifugio e vi dimorano al solo scopo di arrecare danni.
Ciò risulta inaccettabile, così come è inconcepibile il totale disinteresse da parte di buona parte della cittadinanza e dell'amministrazione!  


Ph. Debora Suomi Santarelli
Ph. Debora Suomi Santarelli
Ph. Gioele Lothar Grandicelli


Nel seguente articolo, tratto dal quotidiano 'Il Tirreno' e datato 17 ottobre 2007 venne addirittura resa pubblica la data, a partire dalla quale, si sarebbe provveduto allo sgombero e alla messa in sicurezza della Colonia Edison....

MARINA DI MASSA. Ricovero per disperati, tossici, stranieri senza permesso; discarica abusiva; luogo simbolo delle battaglie della destra “ordine-sicurezza-intolleranza”, oggetto di ripetute proteste da parte di turisti e residenti. Ma anche comparto capace di accendere grossi interessi immobiliari. È la colonia ex Motta che - finalmente - sarà pulita, messa in sicurezza, igienizzata e, infine, recintata. Quando? A partire da lunedì. Lo annuncia l’amministrazione comunale. L’ecomostro con vista mare di viale delle Pinete (ecomostro in riferimento non all'edificio che fu, anzi, uno dei gioielli architettonici del litorale, ma al degrado che lo avvolge, ai rifiuti che lo invadono e ai pericoli di crollo che contiene) attendeva da anni questo intervento. Che non si annuncia facile. Perché alcune parti della struttura sono occupate, senza titolo, da persone - stranieri extracomunitari in prevalenza - che soltanto lì hanno trovato un tetto sotto cui vivere. Per questo, allo scopo di garantire il regolare svolgimento delle operazioni, i lavori di risanamento della ex colonia saranno avviati alla presenza delle forze dell’ordine. Un piano già concordato da tempo fra amministrazione e vertici di carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza in un vertice davanti al prefetto tenutosi lo scorso settembre. Le condizioni disastrose del complesso edilizio sono da anni davanti agli occhi di tutti. Più volte lo stabile è stato teatro di blitz della polizia a caccia di autori di reati o semplicemente di irregolari. Di recente, un sopralluogo effettuato dai Vigili del fuoco e dai tecnici comunali aveva certificato lo stato di forte degrado, evidenziando come alcune strutture portanti dell’immobile siano lesionate, l’occupazione abusiva di alcune ali dell’edificio, il suo utilizzo come deposito di sporcizia e materiali di inerti. L’amministrazione comunale aveva poi emesso un’ordinanza con cui venivano disposti interventi «urgenti e improcrastinabili onde evitare pericoli alla pubblica incolumità».




Nulla di quanto annunciato è mai stato fatto!


 E dietro alle grate, il complesso architettonico continua tristemente ad essere prigioniero del suo declino...

Ph. Debora Suomi Santarelli



D

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