Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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martedì 25 ottobre 2016

L' INVENZIONE DELLE MODERNE LIBRERIE




Un interno della libreria Temple of the Muses di Londra in una stampa del 1828
(Wikimedia Commons)


Vi siete mai chiesti dov'è nata la prima libreria della storia? E soprattutto: vi siete mai domandati a chi mai è balenata questa rivoluzionaria idea? 
Io sì.
Al che, da bibliofila incallita, sono andata a rovistare in rete ed ho trovato poche, ma ghiottissime, informazioni!




James Lackington
La prima libreria è nata a Londra su iniziativa di un ex apprendista calzolaio: James Lackington.
Questo intraprendente uomo nacque nel 1746 a Wellington, in una famiglia modesta.
Da bambino non andò a scuola, tuttavia, animato da una smodata passione per i libri classici, imparò a leggere da autodidatta.
Nel 1774, nella capitale inglese, aprì il suo primo negozio: l'imponente "Temple of the Muses", un'affascinante costruzione che sorgeva in Finsbury Square e che purtroppo, nel 1841, venne divorata da un terribile incendio.



Sino ad allora, a Londra, i libri costituivano ancora un articolo di lusso e la loro diffusione era di conseguenza limitata; Lackington riuscì a rivoluzionare questa realtà per mezzo di una nuova formula di vendita. 

Tale innovazione prevedeva diverse novità.
In primis, egli decise che non avrebbe dato libri a credito, come era d'uso al tempo, ma solo
dietro pagamento immediato. Questo cambiamento permise a Lackington di acquistare grandi quantità di libri e ad un costo inferiore rispetto alla concorrenza.
Le opere potevano così essere immesse sul mercato a prezzi inferiori rispetto alla media.
Altra innovazione fu la vendita a buon prezzo di libri usati.

Fino a quel momento, infatti,  i librai compravano grandi quantità di volumi vecchi e poi ne distruggevano più o meno tre quarti per far salire il prezzo delle copie rimanenti, diventate rare.
La terza ed ultima novità introdotta dall'ex calzolaio fu quella di impedire ai clienti di contrattare sui prezzi. 
A tal fine, Lackington appese dentro il negozio un cartello che recitava: <Il prezzo più basso è indicato sulla copertina e non ci saranno sconti ulteriori su nessun libro>

Al tempo, tra i clienti abituali del Temple of the Muses si poteva annoverare addirittura John Keats; il poeta usava trascorrere ore ed ore a leggere all'interno delle sale poste ai piani superiori della libreria e fu proprio lì che incontrò i suoi primi editori.
Lo stesso Lackington, come molti librai dell'epoca, fece anche l’editore: mandò in stampa numerose edizioni della sua autobiografia, Memoirs of the First Forty-Five Years of the Life of James Lackington, e nel 1818, tre anni dopo la sua morte, i soci della sua casa editrice pubblicarono il capolavoro di  Mary Shelley, ovvero 'Frankenstein'.


Nel 1798 James Lackington vendette la Temple of the Muses e si mise a fare il predicatore metodista fino alla sua morte, che avvenne nel 1815.

La libreria, come ho anticipato, bruciò in un incendio nel 1841 e non venne mai ricostruita.



Debora Mika Suomi Santarelli

Exterior of the Temple of the Muses bookshop





3 commenti:

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