Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

SHARE THIS :-)

martedì 20 maggio 2014




LE GRAND HOTEL OBELISQUE



Un passo in avanti nel processo di risveglio della città di Trieste, non a caso definita come 'la Bella Addormentata sul Golfo', potrebbe essere rappresentato dal recupero di un edificio che sorge sulle alture della città e che vanta una storia davvero degna di nota, ossia lo storico 'Grand Hotel Obelisque'.




Un po' di storia: nel 1830 in occasione dell'inaugurazione del nuovo collegamento tra Trieste e l'Austria (Strada Nuova per Opicina), viene eretto un obelisco in onore dell'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe. Committente è il Corpo Mercantile di Trieste e la posizione viene scelta strategicamente sul limite del ciglione carsico che domina Trieste e il suo mare che tanta ricchezza ha portato alla città.



Foto: il tram che transita accanto e concede ai suoi viaggiatori qualche rapido sguardo verso l’hotel


Il 9 settembre 1902 alle 9 e 10 viene inaugurata la linea tranviaria che sbuca sull'altipiano carsico proprio all'altezza dell'Obelisco: la Trieste-Opicina.
È un'epoca in cui la stragrande maggioranza dell'umanità si muove ancora a cavallo e la città di Trieste non si è ancora espansa così tanto verso il Carso, per cui Opicina le è ancora distante e divisa da un enorme territorio tutto in salita e ricco di boschi.
Così come per la città di Trieste, gli anni che seguono l’inaugurazione del tram, vedono una grande trasformazione del tranquillo borgo rurale che fino ad allora, come tutto l’altipiano carsico, aveva vissuto prevalentemente di agricoltura. Si costruiscono alberghi e ristoranti, tra cui appunto l'Albergo Obelisco:

Foto: scorcio di Opicina negli anni d'oro dell'Hotel Obelisque






Foto: targa con busto dedicata a Sir Burton;
è stata rimossa dall'entrata dell'hotel dopo essere stata danneggiata dai vandali.
Nato come stazione per il cambio dei cavalli del servizio postale e per far riposare una notte il postiere, viene in seguito ampliato ed elevato a rango di albergo e in breve diventa un lussuoso luogo dove la classe più agiata triestina trascorre le vacanze estive lontano dall'afa della città. Seguono anni di sfarzo e vitalità per l'albergo che ospitò SIR RICHARD BURTON (1821-1890)un inglese d’oriente autore della traduzione di molte opere tra le quali 'Le mille e una notte' ed il 'Kama Sutra'. I fasti di questa struttura ricettiva raggiunsero il loro apice negli anni '70 del XX secolo, quando vennero costruiti la piscina con il bar e i campi da tennis, poi negli anni '80 incominciò un lento ma inesorabile declino. Ci fu un ultimo tentativo di rilancio con il business dei congressi, ma senza successo.
In seguito a questo flop, l'Hotel venne abbandonato a sé stesso ed oggi eccolo lì, prigioniero del suo declino e della sua lacerante atmosfera intrisa di nostalgia.
I suoi interni sono svuotati dei segni dei ricordi e il penoso stato d'abbandono è sottolineato da graffiti che macchiano le pareti, dai vetri infranti, dalla ruggine.

Anche dall'esterno l'albergo appare una struttura completamente decadente e sepolta, oltre che dalla vegetazione, da cumuli inestricabili di incartamenti, fallimenti, debiti e atti processuali.
Che triste fine! Oggi, questo nobile decaduto, è divenuto dimora di ratti, barboni e coppie amanti delle atmosfere gotiche.
Gli echi dei vecchi fasti risuonano nel silenzio del parco 
abbandonato dove, nell'incuria. si trovano ben tre campi da tennis e una piscina, nonché una serie di potenziali percorsi culturali e naturalistici.



Foto: l'attuale stato di abbandono in cui riversa l'ex struttura ricettiva
(Autore foto: Associazione SPIZ)



Grazie al prezioso contributo del mio inviato triestino Roberto Masi, posso mostrare anche qualche significativa e immagine dell'albergo:






Riprendere possesso di questo luogo, oltre che moralmente auspicabile, costituirebbe un impulso alla rinascita di una città che di strutture lasciate andare come l'Obelisco è stracolma e alle quali dedicherò altri articoli all'interno del mio Blog.
Recuperare e restituire alla collettività l'Hotel Obelisco rappresenterebbe un segnale culturale d'intelligenza e, fortunatamente, recenti e confortanti notizie informano che esso potrebbe riaprire i battenti. Lo “sponsor”, parziale, dell’investimento sarebbe di primo piano: si tratta della Sissa, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati, che ogni anno accoglie a vario titolo e per periodi di diversa durata circa 440 persone dall’Italia e dall’estero ma che non possiede una foresteria.
Questa proposta di recupero dell'hotel è nata da una tesi di master che sarà discussa a giugno da Andrea Brunetta, 44 anni, manager triestino e alla Sissa da 10 anni.


IMPORTANTE: all'uopo di sensibilizzare l'intera cittadinanza, l'Associazione di Promozione Sociale Spiz ha indetto una petizione pubblica che invito tutti i gentili lettori asottoscrivere: http://www.spiz.it/rampigada-santa/rampigada-santa/petizione-pubblica-di-sensibilizzazione-sul-park-hotel-obelisco/petizione-pubblica-di-sensibilizzazione-sul-park-hotel-obelisco-sottoscrizione


                                                                                                                           

                                                                                                                    Debora Santarelli

3 commenti:

  1. Speriamo tanto che questa struttura, un patrimonio storico della nostra città venga recuperata al più presto e le sia dato il giusto interesse dei tempi passati !!!

    RispondiElimina
  2. questo blog ricordare i miei vecchi ricordi.


    RISTORANTI A FIRENZE

    RispondiElimina

UN POST IMPERDIBILE

VITE STRAORDINARIE: INGEGNER CARLO SEMENZA

Sono contenta che Gioele, mio figlio, sin dall'età di otto anni, abbia preso a modello un grande uomo e professionista del passato, un ...