Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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mercoledì 23 maggio 2012

"PERCHÉ LEGGERE I CLASSICI"








      1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito:«Sto rileggendo...» e mai «Sto leggendo...»


Da cultrice di libri classici vorrei proporvi la lettura di un elenco di concise, ma attente ed acute, riflessioni inerenti una preziosa categoria di opere e sul perché ci si dovrebbe predisporre a fruirne.
Autore di questo 'decalogo', è uno dei più illustri autori italiani del Novecento: Italo Calvino.
<Chi ha letto tutto Erodoto e tutto Tucidide alzi la mano! E Saint-Simon? E il cardinale di Retz? Ma anche i grandi cicli romanzeschi dell'Ottocento sono più nominati che letti. Balzac in Francia si comincia a leggerlo a scuola, e dal numero delle edizioni in circolazione si direbbe che si continua a leggerlo anche dopo. Ma in Italia se si facesse un sondaggio Doxa temo che Balzac risulterebbe agli ultimi posti. Gli appassionati di Dickens in Italia sono una ristretta élite di persone che quando s'incontrano si mettono subito a ricordare personaggi e episodi come di gente di loro conoscenza. Anni fa Michel Butor, insegnando in America, stanco di sentirsi chiedere di Emile Zola che non aveva mai letto, si decise a leggere tutto il ciclo dei Rougon-Macquart. Scoperse che era tutto diverso da come credeva: una favolosa genealogia mitologica e cosmogonica, che descrisse in un bellissimo saggio.
Questo per dire che il leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario!>
  

                                   
2. Si dicono classici quei libri che costituiscono 
una ricchezza per chi li ha letti e amati;
ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna
 di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.



3. I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare

sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando

si nascondono nelle pieghe della memoria

mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale


4. D'un classico ogni rilettura
è una lettura di scoperta come la prima.


5. D'un classico ogni prima lettura
è in realtà una rilettura
                                                                        

La definizione 4 può essere considerata corollario di questa:
6. Un classico
è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.


Mentre la definizione 5 rimanda a una formulazione più esplicativa, come:
7. I classici sono quei libri che ci arrivano portando
su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra
e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura
o nelle culture che hanno attraversato
(o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).


8. Un classico è un'opera che provoca incessantemente
un pulviscolo di discorsi critici su di sé,
ma continuamente se li scrolla di dosso.


9. I classici sono libri
che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire,
tanto più quando si leggono davvero
si trovano nuovi, inaspettati, inediti.


10. Chiamasi classico un libro che si configura
come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.


11. Il «tuo» classico è quello
che non può esserti indifferente e che ti serve
per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.


12. Un classico è un libro che viene prima di altri classici;
ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello,
riconosce subito il suo posto nella genealogia.


13. È classico ciò che tende a relegare l'attualità
al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo
di questo rumore di fondo non può fare a meno.


14. È classico ciò che persiste come rumore di fondo
anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona.


Resta il fatto che il leggere i classici sembra in contraddizione col nostro ritmo di vita, che non conosce i tempi lunghi, il respiro dell'otium umanistico.
La sola ragione che si può addurre è che leggere i classici è meglio che non leggere i classici.

E se qualcuno obietta che non val la pena di far tanta fatica, citerò Cioran: «Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. “A cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A sapere quest'aria prima di morire”».



11 commenti:

  1. Buongiorno Debby,
    ho cominciato a leggere libri sei anni fà, ma ho letto solo un classico della letteratura, "cime tempestose". Nelle scelte dei libri da leggere non seguo mai le recensioni o i consigli. Mi lascio prendere dal titolo, forse per questo ho letto solo un classico. Non ho mai letto libri di poesie, solo sporadicamente dei versi al di fuori di un libro. Forse perchè non voglio subire influenze altrui, anche se di grandi poeti. Insomma anche in questo voglio essere io.
    Un abbraccio Debby e felice giornata!

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    1. Buongiorno Cosimo,
      hai letto un solo classico? S'intitola 'Cime tempestose'? Beh...sappi che ne vale almeno trenta tomi d'alta levatura.
      Sono un'appassionata lettrice ed estimatrice delle sorelle Bronte e l'opera che hai scelto è davvero una pietra miliare della letteratura inglese: ottima intuizione!
      Perlopiù si nasce lettori, ma c'è anche chi lo diventa; questo avviene però se vi è un presupposto, ossia se vi è lo slancio a respirare il sapere e la saggezza che scorre con la parola scritta.
      I libri sono il grande amore della mia vita, non potrei esprimermi in altra maniera.
      Neanche riesco a descrivere quant'è solida la catena che mi lega ad essi...prova Cosimo a spalancarti a questo universo di carta, inchiostro e magia e, sono certa, non te ne pentirai..
      Un abbraccio
      Debby

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    2. Debby, io leggo sempre un libro, ne ho sempre uno di riserva, a volte pure quattro. Leggo in pochi giorni, altre volte in tanti giorni. Ricordo che ho riletto un libro di Nicholas Sparks, "Ricordati di guardare la luna", in una notte. Compro libri anche dalle bancarelle, libri datati come prima edizione, ne ho comprato uno due anni fa che ha quasi 40 anni, ed è un piacere ammirare i suoi colori che il tempo ha accarezzato. E' stato editato in Italia nel 1975, "Un tassi color malva" di Michel Déon.
      Un abbraccio.

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    3. Ma riesci a leggere quattro libri in contemporanea Cosimo? Wow!
      Io cerco di essere monogama, al massimo posso arrivare ad improvvisarmi bigama, ma il piacere dell'immersione si riduce di molto e così cerco di dedicarmi ad un solo libro ogni tre giorni. Porto gli amici di carta e inchiostro sempre con me, ovunque vada e, in qualsiasi intervallo, approfitto...che gioia leggere al sole, o sotto la pioggia chiusa in macchina...
      Del libro al quale fai cenno, ho trovato la sinossi in francese (Un taxi mauve) e credo lo inserirò nella mia lista dei libri da leggere in lingua originale:
      http://www.decitre.fr/livres/un-taxi-mauve-9782738223647.html
      Il tuo è assai datato; piace tanto anche a me acquistare libri alle bancarelle antiquarie e l'ultimo che mi sono portato a casa, pensa, è una versione del Ventennio dell'Iliade. Una chicca!

      Ti auguro una felice Domenica di lettura e di Sole!
      Debby

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  2. Spesso mi angustio di essere una delle persone più lente in assoluto a far qualunque cosa, ma forse più che mai nella lettura.
    Ho una pigrizia di fondo che riduce ulteriormente le azioni a buone intenzioni. Quindi non posso dire di avere al mio attivo una quantità di classici letti o rivisitati. Tuttavia, quei pochi, mi hanno appassionata e nutrita un bel po'.
    Penso proprio a Calvino e al suo Barone rampante che a dieci anni fu la mia prima vera lettura autonoma, quella che mi ha aperto al gusto e alla bellezza del leggere.
    Ho avuto un'infanzia povera, culturalmente. Pochi libri circolavano per casa, e la biblioteca non l'avevo ancora scoperta.
    Oggi ho una casa che di libri straripa, molti li ho letti, ma altrettanti sono in attesa.
    Sai Debby, le vicissitudini e il carattere mi hanno fatto perdere molto in termini di occasioni, vissuto, esperienze.
    Ora mi piace dare spazio a tutto e cerco di creare un equilibrio tale che mi renda possibile riempire la vita con le cose che amo di più: stare a contatto con la natura, approfondire il contatto umano, aver cura della mia famiglia e dei miei animali, amare, ascoltare musica, ballare e non lasciare che una giornata si concluda senza aver almeno aperto la pagina di un buon libro, classico o meno, che mi regali tutto il resto!
    Belli sempre e interessanti i tuoi suggerimenti... un abbraccio

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    1. Molto esaustivo questo tuo profilo:
      "Ora mi piace dare spazio a tutto e cerco di creare un equilibrio tale che mi renda possibile riempire la vita con le cose che amo di più: stare a contatto con la natura, approfondire il contatto umano, aver cura della mia famiglia e dei miei animali, amare, ascoltare musica, ballare e non lasciare che una giornata si concluda senza aver almeno aperto la pagina di un buon libro, classico o meno, che mi regali tutto il resto!".
      Mi disegna l'immagine di una donna che ha compreso che la vita è un'occasione unica e che, proprio per questo ne desidera assaporare gli aspetti più semplici e nobili.
      Il fatto poi, che tu non voglia far trascorrere neanche un solo giorno senza regalarti la gioia di leggere una pagina di un libro, mi dice che hai capito quale sia il senso più alto da conferire al transito su questo bizzarro e spesso grigio pianeta.

      Spero in futuro di poter scambiare qualche suggerimento e anche opinioni a riguardo delle nostre amate 'magie portatili'.
      Grazie ancora cara Patty e un abbraccio!
      Debby

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  3. Ciao Debby.Interessante spunto di riflessione questo tuo post.Credo di avere letto centinaia e centinaia di libri nei miei primi 40 anni.Attualmente ho una media di 2 al mese, prima riuscivo a leggerne anche 3 e più ma Elettra ha rallentato i miei ritmi.La mia biblioteca non è così fornita in quanto, ogni tot mesi, amo regalare i miei libri a quella del paese.Regalo quelli che non mi hanno colpito particolarmente, che non mi hanno lasciato un'impronta.E da qui nasce la mia riflessione: quando puoi apostrofare come "classico" un libro?Credo sia un giudizio molto soggettivo e legato al gusto personale.Ho letto tutto Dikkens, Dumas padre e figlio, Ignazio Silone, Primo Levi, Italo Calvino ed altri grandi autori dell'8/900 ma in parecchi testi, pur rileggendo la pagina od il capitolo più volte, non ho trovato quella scintilla che, a mio avviso, lo possa collocare il libro nel mondo del classico.Al contrario ho avuto libri di Ernest Hemingway (per chi suona la campana), Alberto Vazquez Figueroa, che ho letto e riletto più volte (quest'ultimo non tradotto in italiano).Alcuni scrittori, soprattutto nel passato, mancavano di esperienza diretta sul campo per cui a volte le loro descrizioni peccano di poca credibilità.Invece mi capita spesso di ritrovare su bancarelle libri stampati 70-80 anni fa scritti da anonimi e dilettanti scrittori in grado di coinvolgerti, di farti immedesimare nel racconto.Ritrovare uno di essi è come il ritrovamento di Masada in piccolo (ti consiglio vivamente il libro su Masada scritto da Maria Grazia Siliato o da Tacconi) Questi sono i libri da cui non mi separo.Questi per me sono i classici....quelli che appena vedi la copertina in libreria ti accingi a prenderlo.
    Un abbraccio

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    1. Ciao Adriano!
      Prima di risponderti ho fatto un giretto in Anobii (dove ho i miei scaffali) e mi sono letta qualche recensione a riguardo del libro che mi hai segnalato http://www.anobii.com/books/Masada/0187ed32127f2d0ecc/
      Seguo volentieri i consigli concernenti libri non ancora letti e credo quindi, che presto, ti farò conoscere l'esito di questo viaggio virtuale in Palestina:)
      Per il resto quello che posso dirti è che sono, oltre una classicista, una francesista/anglista, per cui posso confermarti la presenza delle opere dei Dumas (padre e figlio), o del superlativo Dickens tra le miriadi di pietre miliari della letteratura provenienti dai loro paesi d'appartenenza.
      Esponenti autorevolissimi della letteratura d'ogni tempo sono stati anche gli altri autori che citi: Silone, Levi, Calvino..ottime letture, complimenti; è veramente un peccato che non abbiano fatto accendere in te quella scintilla che serve per appassionarsi ad autori tanto formativi.
      Abbiamo decisamente gusti differenti, ma il confronto è sempre accrescitivo.
      Il fatto poi che tu ceda i tuoi libri è lodevole, ma per una come me, pronta a regalare persino i vestiti che indossa, ma che mai e poi mai si sognerebbe di cedere una magia portatile, mi dice che abbiamo due maniere differenti di 'vivere' questo oggetto che io sento vivo.
      Il classico, infatti, come ho scritto sopra è quell'opera che si rilegge e questo induce a tenerlo costantemente con sé, come fosse una persona cara.
      Nel corso degli anni, queste opere, che sono sempre scritte con un fraseggio curato e sono, nel contempo, dotate di un livello elevato d'identità, non invecchiano e rimangono attuali, formative, produttive di emozioni, riflessioni, idee, suggestioni.
      Personalmente avrei centinaia di titoli appartenenti a questa categoria che mi piacerebbe proporre, sia francesi che inglesi, ma anche scandinavi per cui credo che, a breve, potrai leggere un mio post 'dedicato', poiché si tratta di un argomento che mi sta a cuore e che non riesco a sintetizzare, o circoscrivere.
      Nel frattempo, ti consiglio di acquistare e leggere ad Elettra (mostrandole le immagini)il Kalevala e l'Odissea.
      Esistono edizioni per bambini stupende: le piaceranno!
      A presto e un abbraccione x2!
      Debby

      PS: diffida delle copertine! I libri più belli sono quelli vestiti in maniera semplice, anche monocolore come quelli della Adelphi;-)

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    2. Ciao Debora, il senso della copertina in libreria, non era inteso come colore.Intendevo che ogni volta che vedo il titolo di un certo libro, all'interno della mia biblioteca, mi viene voglia di prenderlo e rileggerlo, pur avendolo letto già 2 o 3 volte.Condivido la tua idea di non separarti dei libri che hai ma dal mio punto di vista, preferisco darli alla biblioteca del paese in quanto sono sicuro che questo libro passerà per altre mani, giovani o vecchie e darà la possibilità ad altra gente di acculturarsi.Tieni conto che il libro è ancora visto, soprattutto in questi tempi, come un bene di lusso per cui, chi ha diffioltà ad arrivare a fine mese, sicuramente non ne acquisterà mai una copia nuova per se stesso.La libreria comunale è come una farmacia che dispensa medicinali a bisognosi con esenzione ticket.E tu mi insegni che un libro cura l'animo e lo spirito di una persona meglio di tanti altri rimedi.Per cui sono felice di sapere che spendo i miei soldi per far felice me stesso e, in qualche modo, far felici anche altre persone che altrimenti non ne avrebbero la possibilità.
      Ad Elettra ho già regalato 2 o 3 libri.Chissà perchè il suo favorito è the jungle book di Rudyard Kipling, appena vede le immagini di Mowgly, urla di felicità....ho una degna erede in casa :-)

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  4. Adoro, ADORO Calvino! E' uno dei miei scrittori preferiti. Sia che scriva un saggio, sia che scriva uno dei suoi immaginifici romanzi, rimane sempre divertente, profondo e vivace come pochi sanno esserlo.

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    1. Buongiorno Vele Ivy,
      non posso che essere d'accordo con te; Calvino, oltretutto rappresenta il primo autore che mi ha fatto da spartiacque e mi ha avviata alla lettura dei classici sin dall'età di otto anni.
      Le caratteristiche che elenchi tu, infatti, lo rendono davvero magnetico anche per i piccoli lettori che si predispongono a muovere i primi passi della magica dimensione della lettura dei classici.

      Un abbraccio e l'augurio di una felice domenica!
      Debby

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