E' molto presto.
Un leggero chiarore filtra attraverso le tapparelle.
Sollevo le palpebre e mi accorgo che la tua sagoma occupa buona parte mio spazio visivo.
Sono le stesse dimensioni che possiedi nella mia anima, da sempre...
Ti guardo e tacitamente ti ringrazio, perché mi hai insegnato il significato di una parola: felicità...
Continuo il mio viaggio attraverso i miei pensieri e mi stringo più forte al cuscino....
Sto preparandomi a calarmi di nuovo nella mia solitudine, perché molte cose, nella mia vita, da quest'anno cambieranno.
Una di queste sei tu.
Sì, sei divenuto adulto: il tuo corpo imponente ed i tuoi pensieri saggi, me lo ricordano.
Presto, deciderai di avere il tuo spazio ed io tornerò a riassaporare il gusto amaro della solitudine.
Il fagottino che dormiva assime a me, rannicchiandosi tra il mio seno e le mie ginocchia, adesso quasi non sta più nel letto...
Assieme, che termine pieno...
Condividere, però lo è ancora di più!
A me, tu lo sai, era sempre mancato molto quel qualcuno in grado di comprendere, il mio piccolo e singolare mondo pieno zeppo di libri ed idiomi, di scritti ed ideali, di segni e di sogni, di suoni e magia, di libertà e poesia.
Servivano caratteristiche inusuali per farlo e tu le avevi...
Ero sempre stata circondata da molte persone, ma mi era sempre mancata una persona speciale con cui dividere esperienze e pensieri.
Attorno era tutto così vacuo...
La sensazione di smarrimento interiore che provavo, poi si acuiva in particolar modo, quando a causa del mio lavoro, mi trovavo tutti i giorni in mezzo a decine e decine di persone.
Sentivo la frattura...tutto mi era lontano ed estraneo.
Poi sei arrivato tu.....che complicità!
Qualche sera fa, però un'anziana amica istriana mi ha ricordato una saggia verità e, cioè, che la vita è fatta di arrivi e partenze.
E' vero...io ti ho generato, ma come come la freccia di Gibran è giusto che ti lasci volare, affinché tu possa disegnare libero la tua meravigliosa scia nel cielo della vita....
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