Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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martedì 5 giugno 2012

IL FANTASTICO SOGNO DI SOERGEL (l’indagine Atlantropa continua..)



                                                                               


Il 20 gennaio del 1978, nella storica trasmissione
‘Portobello’ un inventore milanese propose di spinare il passo del Turchino, abbassandolo sino al livello del mare.
L’idea del Turchino appare folle, ma molto semplice se comparata al progetto grandioso di Herman Sörgel, l’architetto tedesco che desiderava unire l’Europa all’Africa svuotando il Mediterraneo: IL PROGETTO ATLANTROPA.
Tale progetto avrebbe creato  nuovi spazi, le città sarebbero state proiettate nel futuro, vi sarebbe stata energia in abbondanza, non vi sarebbero state più guerre e povertà, ma solo prosperità e pace.

Ma quali tecnologie e investimenti avrebbe richiesto questo colossale progetto?


Herman Sorgel

All’inizio degli anni ‘20 Monaco è una delle roccaforti dei liberi pensatori; tra quelli di spicco vi è Sörgel.

Egli è convinto della validità della sua grande idea e, dotato di una personalità carismatica, questo geniale architetto è alla ricerca di sostenitori per concretizzare il suo formidabile proposito.


Il suo audace progetto, infatti, prevedeva la costruzione di una gigantesca diga tra l’Atlantico e il Mediterraneo, uno sbarramento che avrebbe consentito di strappare al mare mezzo milione di chilometri quadrati di terre, facendo emergere una superficie pari a quella della Francia e del Belgio e che contemplava altresì la costruzione di ulteriori enormi dighe atte a sbarrare i fiumi che sfociavano nel Mediterraneo.
Tutta questa serie di manufatti avrebbe permesso di generare 110.000 mw di elettricità e, in tal modo, i problemi energetici dell’Africa e dell’Europa sarebbero stati risolti.
Inoltre Sörgel intendeva di erigere un ponte tra i due continenti.
Le città portuali sarebbero arretrate e nuove città sarebbero sorte lungo le nuove coste.
Questo progetto avrebbe richiesto un milione di lavoratori e 150 anni di lavoro.
Il mare si sarebbe abbassato di circa 200 m. e l’Europa e l’Africa sarebbero divenute un unico continente risolvendo tutti i problemi del tempo.
Sörgel appoggiava la teoria nella quale si sosteneva che il Mediterraneo, prima di essere inondato dall’Atlantico dopo la prima glaciazione, fosse una terra asciutta; per questo egli desiderava farla riemergere.

L’ipotesi dell’architetto si è dimostrata valida, perché oggi sappiamo che il Mediterraneo senza il flusso d’acqua proveniente dallo stretto di Gibilterra, potrebbe asciugarsi a causa dell’evaporazione.
Abbiamo altresì le prove che fosse asciutto, grazie al sale estratto nei fondali marini: sale precipitato quando tutta l’acqua cinque milioni di anni fa evaporò.

Sörgel nello stretto credeva di poter erigere un’enorme centrale elettrica e la sua teoria divenne sempre più popolare e condivisa.
Un suo sostenitore, l’ingegnere svizzero Sigwart, si recò con il progettista sullo stretto per effettuare una serie di misurazioni.
L’architetto aveva pianificato di abbattere un’intera catena montuosa in Spagna il che avrebbe comportato la distruzione della città di Tarifa e i detriti sarebbero stati gettati in acqua in un punto preciso in modo da creare le basi per una diga ciclopica.
Il progetto, infatti, contemplava la costruzione di fondamenta sottomarine lunghe 2500 m. e alte oltre 300 m.
I numeri parlano da soli: si trattava di un’opera straordinariamente ambiziosa.
Ci sarebbero voluti una decina d’anni e un milione di lavoratori per erigerla, ma una volta portata a termine, la centrale sarebbe stata la più grande del mondo e, con una produzione di un milione di megawatts, avrebbe soddisfatto il fabbisogno energetico di un’intera  nazione come l’Italia.

Sarebbero state necessarie delle turbine Francis che, al tempo esistevano, ma non delle dimensioni che il progetto richiedeva e cioè alte più di un centinaio di metri.
Una turbina del tempo produceva circa 70.000 mw e così ne sarebbero servite un migliaio: il gigantesco immobile che difficilmente sarebbe stato realizzabile.

La diga di Gibilterra sarebbe stata lunga 35 km e città come Genova o Venezia avrebbero perso il loro sbocco sul mare.
Per questa ragione, nel nostro paese il progetto incontrò numerose critiche.

Per Venezia Sörgel aveva un disegno speciale: trasformarla in un monumento nazionale e centro turistico; i canali sarebbero scomparsi e, al loro posto, sarebbe sorto un deserto di sale. Un’enorme diga sarebbe stata eretta a trenta chilometri dalla città e Venezia sarebbe divenuta un museo a cielo aperto.

Genova, che sarebbe finita anch'essa distante dalla costa si sarebbe ritrovata affacciata su un lago e non più sul mare; la città di Colombo,  avrebbe avuto uno sviluppo di sei volte superiore a quello attuale, una metropoli gigantesca. Al centro della nuova Genova sarebbe stato costruito un viale panoramico lungo tre chilometri che avrebbe permesso di far spaziare lo sguardo dalla terra al mare divenuto lontano.







John Knittel




Nel '39 Knittel, scrittore e sostenitore di Sörgel, pubblica un libro ‘Via Mala’.
Esso incontra un notevole successo e rappresenta una buona propaganda per il progetto.
Un capitolo dell’opera infatti è dedicato ad Atlantropa.
Knittel contribuì anche economicamente il progetto e, grazie a questo denaro, venne girata persino una pellicola che illustrava in maniera minuziosa il progetto.





Quale destino però attenderà Herman Sorgel?

Il sogno di Sörgel si spezza definitivamente in una sera di Dicembre del 1952.
Sorgel deve tenere una conferenza, ma durante il tragitto, in sella alla sua bici, è vittima d’un incidente stradale: un auto lo investe e poi fugge.
L’architetto,  gravemente ferito, è condotto all’ospedale di Monaco.
L’uomo che voleva ridisegnare la geografia del mondo si spense il 25 dicembre del 1952 all’età di 67 anni.
Il pirata della strada non fu mai rintracciato.
L’istituto Atlantropa sopravvisse per qualche anno, ma il fascino e lo zelo di Sorgel non vennero mai sostituiti e così, alla fine degli anni ‘50, venne chiuso.








3 commenti:

  1. Buon pomeriggio Debby!
    Quella sera di gennaio, ero davanti alla tv, ammirando l'ardire dell'inventore milanese, che così facendo voleva eliminare la nebbia nella pianura padana. Un progetto da cambiamenti storici.
    Come era un progetto ciclopico, quello di Soergel, di quelli che avrebbe cambiato, non solo il mediterraneo, pure tutto il mondo. Capita, a volte, che il mondo non vuole cambiare, quel mondo fatto di uomini, gli unici che hanno tra le mani il destino dei propri simili. E forse il destino di Soergel, da subito, era finito nelle mani altrui.

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  2. Buondì Cosimo!
    Il destino di Sörgel mi ricorda quello di tanti altri uomini che hanno segnato la storia dell'umanità ai quali sono stati riservati trattamenti indegni: Galileo Galilei, Cristoforo Colombo..
    Menti illuminate ed avanguardiste che trovarono non pochi ostacoli nel farsi accettare e comprendere.
    Questi uomini illustri contribuirono al progresso e al miglioramento delle condizioni di vita dell'uomo e, in cambio, ricevettero frustrazione, condanne e addirittura la prigionia.
    Come asserisci tu, il mondo, purtroppo, ha paura del cambiamento..

    Felice giorno!
    Debby

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  3. Scrivo dopo ben 5 anni. Atlantropa non è un' utopia perchè la natura ha fatto una cosa simile 5,3 milioni di anni fà sfruttando il Global Warming che si ebbe al Termine dell' eone Messiniano e all' inizio del Zancleano. Quindi Sörgel non era pazzo e neanche un visionario, era solo un uomo che si era accorto di vivere in un mondo plasticamente mutevole. Lo posso paragonare solo a Wegener, il metereologo che scoprì la deriva dei continenti e che, guarda caso, fece pure lui stesso una brutta fine. Adesso mi interessa il progetto "Mare Tchad". Chi mi sà dire qualcosa?

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