Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

SHARE THIS :-)

mercoledì 9 maggio 2012

La poetessa bambina





Ho sempre sostenuto che nei poeti l'intelligenza abiti nel cuore.
 
C'è una donna straordinaria, in particolare, che me lo fa pensare ed è a lei che dedico questo mio contributo.


Vivian Lamarque




Ho scelto il titolo 'la poetessa bambina', perché Vivian Lamarque dà voce alla sua dimensione infantile senza timore di palesare un forte senso d'inadeguatezza, che è tipico di donne particolarmente sensibili.
Ella scrive, inoltre, senza nascondere le fragilità che, in larga parte, derivano dalla profonda cicatrice che l'accompagna dalla nascita e, tutto questo, me la fa sentire straordinariamente vicina.
Le poesie di questa autrice, figlia illegittima data in adozione, sono gemme che racchiudono incantesimi dorati, ma dietro ad ogni incantesimo c'è sempre un conflitto che, se esposto all'animo di un fanciullo, assume le forme del dramma.
La Lamarque, quindi,  scrive versi solo apparentemente puerili, rime e cantilene create come se fossero destinate ai ai più piccoli e che, invece, ci arrivano in maniera imprevista per trafiggerci: lame di parole luccicanti di misteriosa semplicità.
C'è un' eleganza impalpabile, ma feroce, dal mio punto di vista, nelle poesie gocciolate con un dolore volutamente colorato di tinte sgargianti per celarne la cupa e reale profondità; me lo ripeto ad ogni rilettura, metabolizzando ogni sfumatura dei versi di questa meravigliosa penna, perché non si tratta di una poesia facile come molti asseriscono.

Mi dispiace cari signori detrattori che stroncate questa poetessa capace di comunicare la grandezza dell'Anima mundi attraverso i suoi versi, ma il linguaggio della Lamarque è tutt'altro che scontato e improvvisato: le modalità espressive che la scrittrice utilizza, oltre a richiamare quello delle favole, si rifanno alla lingua inglese attraverso le formule enunciative come 'era un signore mai' (a never man) o  'un signore non' (no man).
La ricerca di tratti originali poi è notevole e viene palesata attraverso l'affiorare di un dolore improvviso e profondo in una situazione di apparente serenità.
C'è ricerca linguistica e interiore dietro e dentro ogni scritto partorito da Vivian.

Desidero chiudere sottolineando ancora l'approccio gentile di cui è capace una donna in grado di calarsi nei panni di una neonata, così come in quelli della vecchietta metà vecchia e metà bambina, ma anche di capire l'importanza del frutto caduto dall'albero e di donarlo con la felicità di una madre, perché come dice Rilke 'la felicità non sale, ma cade..' e dai rami di Vivian precipitano versi meravigliosi come quelli che seguono....







L'amore mio quando era bambino
chissà che grembiulini metteva
e se era un bambino buono o così così
l'amore mio quando era bambino
se sapevo dov'era me lo rubavo.
 




L'amore mio da bambino









IL SIGNORE NEL CUORE




Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie
le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.








                       


POESIA ILLEGITTIMA






Quella sera che ho fatto l'amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po' mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.













 IL SIGNORE ANDATO VIA


Era un signore andato via.
A lei qui rimasta tantissimo mancava.
La traccia da lui lasciata segnava ovunque
intorno a lei l'aria.
Come un quadro spostato per sempre segna la parete.











IO





VECCHIA



I suoi trent'anni sono diventati cento

parla col pane e con la minestra
ama una coperta
mette la sedia al sole
come una vecchia














4 commenti:

  1. Debora cara, hai detto già tutto tu, con abile maestria, delle sue poesie. Aggiungo solo che sono versi di vita.
    E la vita è la cosa più importante che abbiamo avuto in regalo. E non importa la sua durata, importa solo la semina che ognuno di noi fa di lei.

    Un abbraccio dal mare per augurarti una giornata di vita:_))

    RispondiElimina
  2. Cara Debora, a me è sempre piaciuta Vivian Lamarque, ma se anche non fose stato così, avrei imparato ad amarla attraverso questo tuo meraviglioso post.
    Grazie, è sempre con stupore e incanto che ti leggo.
    Ciao,
    Lara

    RispondiElimina
  3. @Cosimo:
    è così, la vita è una blocco d' argilla: spetta a noi plasmarla; conferiamole le forme più belle per cerebrarla!
    Tu, con le tue splendide poesie lo fai.. :-)
    Un caro saluto
    Debby

    @Lara:
    ad un'anima preziosa e lucente come lo è la tua, è ovvio che piaccia un'altrettanto meravigliosa anima come lo è quella Vivian..
    Sono io poi che ringrazio te cara amica per l'incanto e lo stupore che, costantemente, mi regali con il tuo meraviglioso blog!
    Un abbraccio
    Debby

    RispondiElimina
  4. Debby, buon inizio settimana di crescente felicità!

    RispondiElimina

UN POST IMPERDIBILE

VITE STRAORDINARIE: INGEGNER CARLO SEMENZA

Sono contenta che Gioele, mio figlio, sin dall'età di otto anni, abbia preso a modello un grande uomo e professionista del passato, un ...