Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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lunedì 16 aprile 2012

Il Museo Immaginato

Bombetta, occhiale tondo: Philippe Daverio!




Poiché la poesia scritta di getto al mio risveglio, era permeata di una tristezza che mi avrebbe fatto rischiare di macchiare di grigio una giornata che desidero colorata di rosso, oggi spenderò qualche parola per l'ultimo tomo scritto da un uomo di cultura che A-DO-RO e che porta il nome di Philippe Daverio (o Daveriò viste le sue origini!).



Questo formidabile intellettuale con il suo rotacismo, l'abbigliamento da dandy (i suoi accostamenti sono squisiti!) ed il suo eloquio (che non scade mai in prosopopea), riesce immancabilmente a catturarmi e a proiettarmi in contesti ed opere; c'è riuscito puntualmente con il suo 'Passepartout' ed ha ottenuto lo stesso effetto con questo volume.
Il libro s'intitola
'Il museo immaginato' e l'ho acquistato assieme ad altri tomi, circa una settimana fa.
In seguito alla sua lettura, devo ammettere, che è stato davvero un ottimo investimento!



 


"COME SI GUARDA UN QUADRO? LO SI GUARDA A LUNGO"

Mai dare per scontata la modalità con cui si osserva un quadro, insegna Daverio: osservandolo attentamente e abbastanza a lungo potremmo scoprirne particolari e sottigliezze alle quali non avevamo mai prestato attenzione.

I Coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck

Io sono una profana dell'arte, ma mi lascio piacevolmente attrarre dai multiformi codici espressivi; la pittura è uno di questi e grazie alla sapiente guida dell' affascinante cicerone col papillon, sto accrescendo il mio bagaglio conoscitivo in quest'ambito.
Per questo il suo bel volume mi è stato utile.
In esso, infatti, è contenuto un itinerario attraverso l'arte.
Il percorso è determinato dalla disposizione (virtuale) di quadri all'interno di un museo, dallo stesso Daverio progettato e immaginato.

Nei vari corridoi e saloni espositivi, come la biblioteca o il pensatoio, o nel tempietto immerso in un roseto, troviamo una serie di opere di ogni epoca, stile ed autore, sapientemente commentate e corredate da immagini ad alta definizione.



Dettagli come le ciabattine rosse e la collana di perle nel quadro di Van Eyck, la muscolatura (da praticante di pilates!) di Maria nel superbo Tondo Doni, fino a particolari più lievi della pittura come il cagnolino di 'Madame de Pompadour' di Boucher che si sostituisce al nobile voyeur che guarda attentamente sotto il vortice di luce e verzure de l' 'Altalena' di Fragonard.

Altalena di Fregonard






Dalla sala da pranzo, alla biblioteca, dalla grande galleria al pensatoio, ma anche alla camera da letto che adornata da pitture intrise di sensualità offre lo spunto per inaspettate riflessioni. 
Tra le varie pitture di questa stanza, uno dei quadri, secondo me, più belli ed emblematici dell'Ottocento.
Esso rappresenta la meditata contrizione di una donna in bilico tra il dominio della carne e quello dello spirito:
 'La Meditazione' di Francesco Hayez:






'La meditazione' di Francesco Hayez























Anche per oggi è tutto!
Desidero salutarvi
 con una citazione:

'Sono ancora convinto che la cultura salverà il mondo.' 
P. Daverio



2 commenti:

  1. Buongiorno Debora!
    E' da un anno che ho cominciato a frequentare mostre, musei, pinacoteche. Ultimamente ho visitato, nel castello Sigismondo, in quel di Rimini, una mostra favolosa, "da Vermeer a Kandisky". Tutte opere di primissimo livello che mi hanno incantato, fino a farmi vedere abitante del castello. Perchè le opere d'arte riescono a trasformare, il posto in cui sono esposte, in un pezzo minuscolo della mia vita. Come potrai notare sul mio blog, sono per i colori forti, esprimono energia e luce forte. Perchè la vita deve essere così, sta a noi dipingerla con colori accesi quando intravediamo fili di colori scuri.
    Un abbraccio!

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  2. Interessante...
    Adoro Vermeer e, da bibliofila, ho amato moltissimo il libro tratto da una delle sue più suggestive opere: 'La ragazza con l'orecchino di perla' scritto da Tracey Chevalier.
    L'arte pittorica ha cominciato ad affascinarmi in età matura, ma è la formae mentis degli artisti che, in primis, mi cattura.
    A presto!
    Debby

    RispondiElimina

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