Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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lunedì 9 gennaio 2012

La segreta simmetria di Sabine Spielrein


Desidero, a partire da quest'oggi dedicare qualche post all'amore, ma non lo farò in maniera usuale, bensì sceglierò un filo conduttore che secondo me ingloba ogni sfumatura e sfaccettatura di questo sentimento, infatti 
lo farò parlando di Sabina Spielrein e di Carl Gustav Jung.
Attravero la loro liaison è possibile comprendere le dinamiche dell’amore in generale; ovviamente parlerò anche del rapporto della Spielrein e di Jung con Freud e dell’importanza che la loro "segreta simmetria" (secondo la definizione di Aldo Carotenuto), ha avuto nello sviluppo della psicoanalisi; vedremo come la Storia e la Critica tendano a svalutare l’intelligenza delle donne, a cancellarne le tracce della creatività, anche quando il loro contributo al pensiero ed alla scienza è notevole. 
L’argomento è così vasto e complesso che sarà impossibile svilupparlo in un unico post, perciò  per un po' sarà il filo conduttore del mio blog.
Il punto di partenza, il bandolo della matassa, sarà proprio Sabina Spielrein.






CHI E' SABINA SPIELREIN

Sabina Spielrein è nata nel 1885 a Rostov sul Don, da una famiglia ebrea benestante. Il nonno ed il bisnonno erano rabbini, il padre commerciante, la madre casalinga con un’istruzione a livello universitario. Sabina era la figlia maggiore; seguivano tre fratelli minori: Isaak, Jean ed Emile. Sin da piccola, Sabina rivela una ricco mondo interiore, ama sognare, ma è consapevole delle sue fantasie e riesce a distinguerle dalla realtà. Un giorno, però, ha una prima allucinazione, e da quel momento precipita nell’angoscia delle paure notturne. Immagina di essere assalita da mostri, teme di essere separata dai genitori e di essere colpita da gravi malattie. 



“Quando morirò voglio essere seppellita sotto una quercia, e
voglio che qualcuno scriva: ‘Anche lei era un essere
umano’……



 I suoi disturbi si aggravano con il passare degli anni. La sua mente è sempre più sconvolta ed il comportamento 
inaudito. Riesce tuttavia a conseguire la maturità in un liceo femminile. 

Dopo il diploma, i genitori la conducono a Zurigo, per sottoporla ad un trattamento medico. Viene ricoverata al Burgholzli il 17 agosto 1904, dove vi rimarrà sino al 1° giugno del 1905. 
E’ un giovane medico, Carl Gustav Jung, ad aggiornare quotidianamente la cartella clinica della paziente arrivata dalla Russia. Nelle sue prime annotazioni, scrive:
La paziente ride e piange in una strana mescolanza con carattere di tipo impulsivo. Ha un’enorme quantità di tic; gira la testa all’indietro, fa uscire la lingua, ha contrazioni alle gambe. Si lamenta per un terribile mal di testa. Dice di non essere pazza, ma solo agitata perché nell’albergo non sopportava la gente e i rumori”. 
Il caso si prospettava difficile......

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