Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione

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martedì 31 luglio 2018

LA BEACON PROGRESS TOWER DI DESPRADELLE



Tra i più affascinanti progetti  di costruzioni mai realizzate ve ne è uno che si distingue sia per l'eleganza della sua architettura, quanto per le sue maestose dimensioni; sto parlando della Beacon Progress Tower di Chicago progettata dall'architetto francese Désiré Despradelle.

Un disegno dell'epoca nel quale l'altezza dell'edificio di Despradelle
viene messa a confronto con quella di altre costruzioni 

Pensate, la Beacon Progress Tower avrebbe dovuto raggiungere la straordinaria altezza di ben 487 metri! Un vero faro del progresso.Quando Despradelle visitò gli Stati Uniti per la prima volta rimase fortemente affascinato da Chicago, una città audacemente edificata sulle rive del lago Michigan.Da quel momento, egli iniziò subito a concepire l'idea di un monumento in previsione della Columbian Exposition del 1893.

Tramite la costruzione di una torre dalle dimensioni titaniche, il progettista avrebbe desiderato celebrare la città bianca scomparsa, così come la glorificazione di un grande popolo. Egli riteneva, che se la storia di Roma era stata racchiusa nella Colonna di Traiano, in America, il Faro del Progresso avrebbe dovuto rappresentare la genesi del paese tramite una colonna alta ben 1.600 piedi!

L'immagine a fianco mostra Jackson Park, il luogo all'interno del quale sarebbe stato edificato il monumento qualora avesse visto la luce. 
La torre, affacciata sul lago Michigan, presenta una sorta di spianata che avrebbe consentito l'accesso alle principali terrazze e piattaforme dalle quali si sarebbero potuti leggere i diversi fatti della storia americana rappresentati sotto forma di sculture, in gruppi di statue, bassorilievi. Inoltre, oltre ad eminenti uomini che fecero grande la nazione, sulla torre compare un corteo trionfale delle industrie, della scienza, delle arti e del commercio. 
Gli Stati e i territori sono rappresentati da figure femminili mano nella mano, che simboleggiano la catena indissolubile dell'Unione; le costellazioni di stelle indicano il loro numero.
Nel posto d'onore del monumento sono scritti i nomi delle tredici colonie originali, e sulla "Stele", custodita dall'Aquila, appare la dea del ventesimo secolo, la moderna Minerva, fiancheggiata da ranghi di leoni che ruggiscono per la gloria dell'America.
Alla base è possibile ammirare un grande anfiteatro  dove oratori, filantropi, e savants avrebbero generato parole ispiratrici davanti all'altare del loro paese.
Nel lago, di fronte al monumento sull'altro lato della spianata, era altresì previsto un bacino di vaste dimensioni per le regate.
Non è necessario domandarsi se la luce del faro sarebbe servita a uno scopo pratico, poiché essa rappresentava un elemento metaforico.


Dal punto di vista strutturale il disegno suggerisce la possibilità di una costruzione in pietra o calcestruzzo.
La sezione centrale dell'edificio è fiancheggiata da una dozzina di obelischi minori che fungono da contrafforti alla grande massa centrale. 

La base della Beacon Progress Tower è da considerarsi un capolavoro di design. Anche se questo non è un tempio, appare come un Pantheon o una chiesa gotica dalle guglie colossali. Con straordinaria bravura l'artista ha dato alla base di questo monumento una verticalità titanica . È come il tronco di un albero possente i cui rami si perdono tra le nuvole, ma le cui radici si diffondono ampiamente su tutti i lati fino a penetrare nella terra.

Davvero un peccato che non sia mai stata costruita, ma i disegni, che raggiungono il formidabile numero di 1900, esistono ancora e se negli anni l'umanità recupererà il desiderio di erigere monumenti capaci di esprimere lo smisurato ingegno umano, potremmo restare a bocca aperta e senza fiato ai piedi di queste ciclopiche meraviglie......











giovedì 5 luglio 2018

ARCHIVIO-MUSEO DEI MALASPINA


All'interno del palazzo che fu residenza dei Marchesi di Mulazzo troviamo l’Archivio-Museo dei Malaspina. Questo centro è dedicato alla storia della nobile famiglia e, in particolare, alle vicende del suo più illustre membro: il navigatore Alessandro Malaspina (1754-1810), protagonista della più importante spedizione scientifica del Settecento

Diario di bordo, strumenti e mappe di navigazione appartenuti ad Alessandro Malaspina

Il Centro conserva l’archivio domestico dei Malaspina di Mulazzo ed offre una biblioteca specializzata ed una esposizione di interessanti cimeli malaspiniani.
Ne potete vedere uno dei tanti nella foto che segue:

Preziosi cimeli appartenuti alla nobile famiglia

Il centro si compone di tre sale:

  • La prima: dedicata alla Lunigiana ed alla consorteria malaspiniana nei vari secoli;
  • La seconda: ai Malaspina di Mulazzo e in particolare ad Azzo Giacinto III, ultimo marchese”giacobino”;
  • la terza: è la più grande e raccoglie documenti, stampe, libri e cimeli e strumenti di navigazione riguardanti Alessandro Malaspina e la cultura della sua epoca.

Una delle numerose opere librarie antiquarie visibili presso l'archivio-museo
Il Museo usufruisce anche di una biblioteca specializzata con volumi giunti da tutto il mondo ed antiquaria dedicata alla famiglia Malaspina, raccolte dal Centro, e di un archivio nel quale è presente l’Archivio familiare dei Malaspina di Mulazzo.

L’Archivio-Museo dei Malaspina è inserito entro la rete provinciale museale di Massa Carrara denominata Terre dei Malaspina e delle Statue Stele, ed ottempera a tutte le attività culturali annualmente promosse e coordinate dalla rete, oltre ad avere una attenta politica didattica nei confronti delle scuole, avendo a tema contenuti legati alla storia dei Malaspina.

La maggiore attività culturale, didattica ed editoriale è comunque incentrata sulla storia della navigazione e sul rapporto Europa/Americhe dal punto di visto etno-demo antropologico, cartografico geografico e filosofico, a partire dalla scoperta dell’America attraverso le grandi esplorazioni europee del nuovo mondo, fino XVIII secolo che si chiude con l’ultima esplorazione scientifico politica di Alessandro Malaspina.


Alessandro Malaspina, un uomo di mare e di cultura


Uno dei testi scientifici relativi alle esplorazioni compiute dai navigatori del '700
Alessandro Malaspina nacque a Mulazzo nel 1754. Entrato a venti anni nella Real Armada, realizzò per la corona di Spagna la più importante spedizione scientifico-politica del Settecento (1789-1794) attraverso quasi tutti i possedimenti spagnoli dell’America e dell’Oceania, per definire la cartografia nazionale ma soprattutto per verificare lo status delle colonie ed elaborare linee di politica coloniale innovative, ispirate ai principi illuministi dell’epoca. Nel 1795, ingiustamente accusato di complotto di stato, fu arrestato e segregato alla Coruña, nella fortezza di San Antón. Ivi si dedicò ai prediletti studi economici, filosofici e letterari. Liberato sul finire del 1802, per interessamento di Napoleone, rientrò in Italia, traendo con se i propri manoscritti inediti, e si stabilì a Pontremoli, ove morì nel 1810.

INFO MUSEO

Indirizzo: Mulazzo (MS), Piazza Malaspina
Telefono: 0187/439712
Email: csmalaspiniani@gmail.com
Ingresso

Biglietto: intero € 4,
ridotto (bambini sotto i 7 anni e gruppi) € 2;
cumulativo (comprensivo visita Archivio Museo di Mulazzo e Castello di Lusuolo): € 6
Orari di apertura:
sabato: 15:00-19:00;
domenica: 15:00-19:00;
festivi: 15:00-19:00.
Accessibilità Accessibile ai disabili con montascale
Come arrivare Autostrada A15 Parma-La Spezia, uscita Pontremoli Direzione Mulazzo (7 km);
In treno: Linea Parma – La Spezia (Stazione di Pontremoli);
In autobus: Servizio CTT Nord (Numero Verde: 800 223 010).




venerdì 22 giugno 2018

MUSEO DELLE STATUE STELE


La mia visita al Museo delle Statue Stele....

Le Statue Stele, rinvenute negli anni nel territorio della Lunigiana Storica, rappresentano il più antico e misterioso patrimonio di questa terra.
La raccolta,  allestita nella prestigiosa cornice del castello del Piagnaro di Pontremoli, offre la possibilità di un suggestivo ed emozionante viaggio alla scoperta di una delle più remote testimonianze della megalitica europea.


Dettaglio di una Statua Stele di gruppo B 
Dettaglio di Statua Stele sempre di gruppo B




Le Statue Stele, figure umane maschili e femminili rappresentate in forme astratte, furono scolpite nella pietra arenaria dalle popolazioni vissute tra il IV e il I millennio a.C. e rappresentano ancora oggi un enigma in parte irrisolto.

Queste figure preistoriche e protostoriche sono caratterizzate dalla testa “a cappello di carabiniere” e dal volto a forma di U, classificate dagli archeologi in tre gruppi tipologici (A, B,C); furono realizzate tra l'età del rame e l'età del ferro e hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi, subendo nel tempo occultamenti volontari, riusi e reimpieghi che ne hanno spesso modificato la forma e la funzione. 


Gruppo A,  testa non distinta dal corpo se non per la presenza di una leggera rientranza, che indica le spalle, e di una sottile fascia orizzontale in rilievo, che rappresenta la zona clavicolare. Sono rappresentate le braccia e le dita delle mani rese con una serie di tratti paralleli
In questo gruppo si riconoscono figure femminili (riconoscibili dalla raffigurazione del seno), maschili (caratterizzate dalla presenza di un pugnale posto al di sotto delle mani)
Gruppo A
Gruppo B: si nota una maggiore definizione dei dettagli anatomici e una netta distinzione della testa rispetto al tronco. La testa è collegata al corpo mediante un collo tronco-conico. Il volto puo' essere ad "U", come nel gruppo precedenteLe statue stele maschili portano un pugnale al quale può essere associata un'ascia. 

Gruppo B
Gruppo C comprende le statue stele più recenti. Esse sono caratterizzate da una rappresentazione più realistica della figura umana e da una lavorazione quasi a tutto tondo del monumento, con un evidente tentativo di ricerca tridimensionale.
Gruppo C

Sempre all'interno del Museo è possibile ammirare reperti della civiltà Ligure Apuana, ossia la comunità che abitò il nostro territorio dal III° sec. A.C.
Si trattava di una confederazione di tribù liguri che vivevano in parte sull'Appennino ligure e tosco-emiliano, e in parte sulle Alpi Apuane, estendendosi dalla valle del Vara fino alla media valle del Serchio (LU).


Reperti della civiltà Ligure-Apuana


Lancia e copricapo utilizzati dai Liguri-Apuani

VALUTAZIONE PERSONALE: ottimo allestimento. Interessante e piacevolmente fruibile. 



INDIRIZZO E ORARI DI APERTURA


Museo delle Statue Stele Lunigianesi

Castello del Piagnaro - Pontremoli
Tel. 0187.831439 - info@statuestele.org.

Orari di apertura 01 Ottobre - 31 maggio
orario continuato 09.30 - 17.30 - tutti i giorni

Orari di apertura 01 giugno - 30 Settembre
orario continuato 10.00 - 18.30 - tutti i giorni

Orari di apertura 01 agosto - 31 agosto
orario continuato 10.00 - 19.30 - tutti i giorni

Il costo del biglietto è di 7 Euro

lunedì 28 maggio 2018

MARBLEEXPERIENCE3: ALESSANDRO MOSTI ART SCULPTURES

                                                             

TERZA TAPPA 
#marbleexperience




<Fantasticare con la mente e con il cuore, poi modellare con le mani i propri sogni ed emozioni>
         Alessandro Mosti



'Evoluzione' a Marina di Massa
Quando percorrevo il nostro lungomare, capitava sovente di ritrovarmi con il naso all'insù ad ammirare una statua.

Vuoi per la sua verticalità e vuoi per i soggetti rappresentati, io rimanevo lì, estasiata e rapita dalla dimensione libera, vasta e celeste in cui mi proiettava questa incantevole opera in marmo che il suo autore ha titolato 'Evoluzione'.
Per cui, quando tutto il team I.F.T.S. è stato dirottato da Giacomo Rutili, al Laboratorio del fautore di questo elemento che mi magnetizzava tanto, ossia Alessandro Mosti non potevo che essere emozionata e curiosa.
Che dire? 
Entrare nello studio di un artista, che produce opere proprie, così come sculture su commissione per Maestri di calibro internazionale e quotatissimi, è come metter piede in un sacrario; lo si fa quasi in punta di piedi ed in religioso silenzio.
Nel capannone, dove Alessandro lavora ci aggiriamo tra materia candida solida e polverizzata; ci sovrastano forme di pregiata fattura; sculture che richiedono tempo, dedizione e un talento che caratterizza solo pochi eletti.
L'attitudine, frammista alla passione per l'arte scultorea, traspaiono dalle parole e persino dal viso di Alessandro; quando parla del suo operato e dei giorni trascorsi a curare pazientemente dettagli delicatissimi con pazienza certosina, gli si illuminano gli occhi. 

Sono occhi che dormono poco, ma si sa come sono gli artisti...la loro mente è sempre accesa ed Alessandro dice che a lui bastano quattro ore di sonno ed è già pronto per un nuovo giorno tra attrezzi, idee e materia da modellare. 
Un dettaglio de 'Il sogno' 
Fame di fare Arte, la definirei.E non mi stupisce quando l'artista apuano, con estrema semplicità ed umiltà, ammette di aver manifestato il bisogno di creare sin da bambino.
Con grande candore, e questo è eloquente, racconta a noi tutti un aneddoto che per me è davvero significativo:
in prima superiore gli venne chiesto di svolgere una verifica di matematica. Alessandro la riconsegnò dopo averla svolta, ma al posto di numeri, formule e calcoli, l'insegnante trovò una serie di formidabili disegni.....
Dopo poco tempo iniziò a lavorare in un laboratorio e cominciò così a fare ciò che più di ogni altra cosa desiderava: dare vita alla materia. 
Oggi lui è in ciò che modella e ti sembra che il marmo, dopo il suo tocco, respiri...






lunedì 21 maggio 2018

#MARBLEEXPERIENCE1: SULLE ORME DEL MARMO


14/05/2018: il nostro viaggio alla scoperta delle montagne del marmo, le Apuane, ha inizio!

I maestosi Ponti di Vara, un tempo tratta ferroviaria per il trasporto del marmo
Le cave di Carrara, viste da lontano, appaiono, con il loro smisurato candore un grande tempio a cielo aperto.

E' lassù, alle pendici delle poderose Alpi Apuane, che io, con i miei compagni di corso I.F.T.S. (Tecnici di Sviluppo del Territorio) dell'Istituto Serindform, andremo.

Accompagnati dal nostro insegnante, Giacomo Rutili, l'artefice di questa straordinaria kermesse di esperienze legate dal fil rouge della pregiata materia bianca, di primo mattino, ci avviamo verso la prima tappa di quello che chiameremo #marbleexperience.
Scopriremo un percorso magico e cioè quello che l'opera della natura e dell'uomo hanno saputo tradurre in arte eccelsa, irripetibile: l'estrazione, il trasporto, la lavorazione del marmo, la sua esposizione e utilizzazione.






PRIMA TAPPA 
#marbleexperience
Cave di Marmo Tours


I mezzi di 'Cave di marmo Tours'
In un grigio e freddo mattino di maggio saliamo così con i nostri mezzi verso Miseglia e, una volta parcheggiato presso il Bacino minerario delle Cave Lazzereschi, cominciamo a percepire e respirare quel clima che accompagnerà tutta la nostra giornata, perché le cave sono un mondo 'sospeso', una catena invisibile tra la materia preistorica ed il sudore di uomini che ancora oggi lavorano sodo in un ambiente difficile, ma incredibilmente esclusivo, magico.


Da questo maestoso museo all'aperto incastonato nel cuore delle Apuane, a bordo di due mezzi della Cave di marmo tours partiamo, a turni, in due gruppi da sei.
Io faccio parte del primo, ed impaziente ed eccitata, salgo sul 4X4 con i miei compagni.
La guida, una signora dall'accento tedesco, è preparata, competente, esaustiva nelle spiegazioni ed anche molto simpatica. Il che non guasta, anzi! Le ripidissime salite e le vertiginose discese che affrontiamo sul fondo pietroso ci fanno sentire dei bambini seduti su un ottovolante!




Giunti alla Cava Castagnola ci fermiamo per una sosta. L'aria è gelida ed il vento trascina con sé pulviscolo bianco. E' carbonato di calcio micronizzato, lo scarto del marmo che, a blocchi, per mezzo dell'utilizzo del filo diamantato viene estratto.
Neanche a farlo apposta, proprio in quel momento, su uno dei 'terrazzamenti' del bacino, stanno staccando una bancata.
La nebbiolina è fitta, si odono boati in un quadro quasi surreale.
Come ho premesso, alle cave, si percepisce una dimensione particolare, sospesa, lontana dagli uomini che non conoscono la storia di queste comunità che hanno conosciuto, nei secoli, artisti come Michelangelo e che pur di fare arrivare l'oro delle Apuane, rischiavano la vita lungo le strette e ripidissime 'vie di lizza'.
E dopo le interessanti spiegazioni tecniche si sale, la guida ingrana le marce ridotte (indispensabili) e riprende il viaggio.
La formidabile esperienza del Marmo Tour va avanti!


Il panorama, che ascendendo a quote superiori si gode dal finestrino, è mozzafiato, così come tolgono il fiato i tornanti, numerosi e stretti, dai quali si vede l'abisso che accoglie le altre decine e decine di cave (in tutto sono 180, anche se quelle attive sono circa un centinaio).
Il mio battito cardiaco aumenta, mentre affacciandomi dal finestrino vedo questo......




E dopo la visita alle cave, ancora tutti eccitati per il tour, una volta fatto ritorno alla nostra 'base', veniamo invitati ad entrare in uno studio di scultura sito a fianco del parcheggio.
Fremo...sarà la prima scultura della mia vita! 



SECONDA TAPPA 
#marbleexperience
Il Laboratorio di Scultura



Guidati e seguiti da un Maestro scultore, cioè l'ottimo Marco Bonvini, come ho premesso, ecco che ci invitano, sempre a turni alternandoci con il tour cave) a provare un'altra straordinaria esperienza, sempre legata al fil rouge del marmo, ossia quella della SCULTURA.

Marco Bonvini ci illustra la sua attività
Mai in vita mia avevo avuto l'opportunità di lavorare su un pezzo di pietra e questo è il mio debutto.
Emozionata, inforco occhiali di protezione, indosso i guanti e proteggo le orecchie con le cuffie, poi, dopo che Marco me ne ha illustrato il funzionamento avvio la mia piccola opera.
Mi sorprendo di me stessa, ma sento che è il marmo che quida le mie mani ed i miei strumenti...basta saperne seguire le strade; percorsi magici che già esistono nei suoi miracolosi tracciati. Ed alla fine, anche se non è un Canova, od un Michelangelo, ma un 'Debby', ecco che anche la mia creazione prende forma.
E sono felice di essermi sporcata di polvere bianca. Ne ho un po' anche nelle narici, ma neanche me n'ero accorta tanto era il mio livello di coinvolgimento!!



Mi sorprendo di me stessa: riesco a scolpire!



TERZA TAPPA
#marbleexperience
Colonnata


Scendiamo nel tipico e ameno paesino di Colonnata. Un folto gruppetto di vecchie case in pietra punteggiato di botteghe sparse qua e là.
Gli stomaci brontolano e a causa di un anomalo calo delle temperature ed il freddo punge. Cosa c'è di meglio, allora, che entrare in un'antica Larderia e gustarci un panino con il prelibato prodotto I.G.P. della zona?
Una bella e paciosa signora già ci attende all'interno di questo caveau da veri gourmet. Lì in quelle stanze, da secoli i tranci di lardo vengono aromatizzati (con erbe del posto) e lasciati ad invecchiare nelle famose conche di marmo.

La titolare ci illustra fasi di produzione e caratteristiche del prodotto; non passa molto che anche le nostre papille gustative possono assaporarlo in tutta la sua gustosa scioglievolezza.
Il Lardo di Colonnata, penso, merita la fama che si è conquistato nel tempo.
Le larderie sono numerose, punteggiano il paese, ma ciò che lo caratterizza è la chiesina che accoglie, nell'area antistante 'Il monumento al cavatore'.
La nostra guida, Fabiana Lazzareschi, figlia del patron dell'omonima cava, simpatica ed affabile, ce ne illustra le caratteristiche.
Alcuni dettagli mi commuovono. 

Vita dura quella del cavatore...



QUARTA TAPPA 
#marbleexperience
La città di Carrara

Si torna a bassa quota, nella capitale del marmo: Carrara.
In questa città incastonata ai piedi delle Apuane, l'oro bianco non ha mai smesso di attirare da tutto il mondo uomini dai nomi illustri: Canova e Michelangelo, giusto per citarne un paio.
I miei compagni ed io, piacevolmente guidati dalla preparata guida Ludovica Matteucci,nonché speaker radiofonica, abbiamo l'occasione di calarci nei luoghi che più la caratterizzano: Piazza d'Armi, con la sua bella fontana sovrastata da una palla mossa dalla forza di un getto idraulico perpetuo.


Successivamente ci muoviamo attraverso le strette viuzze orlate di antiche case e palazzi dai tipici colori squillanti e ornate, com'è ovvio che sia, da timpani, colonne, balaustre e ogni altra sorta di decorazioni in purissimo marmo bianco.
Giunti in una piazza di modeste dimensioni ci viene mostrato il bellissimo Duomo di Sant'Andrea, con a fianco quella che i carraresi chiamano la statua de 'Il zigant'. In realtà trattasi di un Nettuno, tra l'altro rimasto incompleto.
Dopo il Duomo approdiamo nella vasta e splendida piazza Alberica, definita anche 'il salotto' di Carrara.



Piazza completamente ricoperta di lastre di marmo bianco e arricchiata, al centro, da un'imponente statua dedicata alla Duchessa Maria Beatrice d'Este.


PROSSIMA TAPPA: LA FORMIDABILE MOSTRA DI GIGI GUADAGNUCCI.


#MARBLE EXPERIENCE: LA MOSTRA DI GIGI GUADAGNUCCI







Una volta varcata la soglia della seicentesca Villa della Rinchiostra, a Massa, i miei compagni di viaggio (#marbleexperience tour) ci immergiamo in una dimensione che ci riserverà, stanza dopo stanza, opera dopo opera, un crescendo di emozioni.

Luci ed ombre, genialmente distribuite, si adagiano sulla pregiata materia bianca: il marmo di Carrara, sapientemente modellato con estro, dovizia e potente gusto artistico da GIGI GUADAGNUCCI.La candida pietra trattata dallo scultore apuano non parla, ma racconta e declama; seppure espressivamente dirompente, essa recita versi di una poesia delicata, come lo è il marmo che trasluce  e che sfila dinanzi a noi.


Ho la pelle d'oca e
gli occhi ringraziano...





                                              


Forme leggiadre, apparentemente impalpabili, riproducono la gradevolissima e personale visione del Guadagnucci. I soggetti sono vari, anche se prevalgono elementi della natura, in particolare i fiori: magnolie e rose sono superbe!











Notevole impatto visivo, dinamismo, ma anche cura meticolosa dei dettagli caratterizzano le sculture ed i bassorilievi; sono opere singolari, geniali, uniche, proprio come inusuale è stata la vita di Gigi Guadagnucci, che abbandonata l'Italia nel 1939, approdò a Parigi, in Francia, e lì assorbì come una spugna l'essenza di movimenti artistici come l'Art Decò.
Artista eclettico e ricettivo, mai scontato, con i suoi capolavori senza tempo, o fuori da ogni tempo, il Guadagnucci esalta, commuove, invita a riflettere; un'altalena di stati d'animo, che io, spettatrice ho percepito e vissuto respirando tutta la sublime arte del noto artista apuano.










A Villa della Rinchiostra, Massa Carrara
 Uno scrigno, per un grande tesoro:
il Museo Gigi Guadagnucci 








mercoledì 16 maggio 2018







Classe 1920, romano, La Serra - presa la laurea in ingegneria - si arruola volontario nel 1940 ed è decorato al valore militare «sul campo» nell’Africa Settentrionale al seguito della Divisione «Ariete». Nominato sottotenente, ottiene nel 1942 il brevetto di Guastatore al 5° Reggimento Genio di Trieste.

martedì 13 marzo 2018

DONNE CHE LEGGONO 2



DEDICATO AD UN'AMICA INDIMENTICABILE, MOGLIE E MADRE MERAVIGLIOSA, DELICATA POETESSA E AVIDA LETTRICE.
IL CIELO TI HA CHIAMATA, TROPPO PRESTO.
MI MANCHI SANTINA.

BIOGRAFIA di SIR JOHN LAVERY




Con un cappello di rosso vermiglio,

intenta legge la bella signora,

al solar sfavillio celato il ciglio,
sola,sogna nella calda ora.

Un refolo alita sull'onda marina,
sola e piccina sul velo del mare,
lenta una barca si avvicina

Domani si torna di nuovo a pescare.


©Santina Mancino










UN POST IMPERDIBILE

VITE STRAORDINARIE: INGEGNER CARLO SEMENZA

Sono contenta che Gioele, mio figlio, sin dall'età di otto anni, abbia preso a modello un grande uomo e professionista del passato, un ...